Ecco Yaba, la droga che fa impazzire
A Roma circola un nuovo flagello. Può distruggere la mente, soprattutto dei giovani, anche minorenni con la materia grigia in piena formazione. I ragazzi che ne fanno uso sono sedotti dai suoi ultrapoteri e dal basso prezzo che costa. È la droga di Hulk. Nella testa di chi ingoia la pilloletta “magica” scoppia la convinzione che le proprie energie fisiche si siano moltiplicate. Da un fisico normale d’improvviso si crede di possedere il corpo di un supereroe. Pieno di potenza fisica, che non avverte fatica. In realtà può essere l’inizio della pazzia. La droga spinge all’aggressività, anche contro se stessi. Si può arrivare a sbattere la testa contro il muro sino a fracassarsela (a differenza della ketamina che fa sentire le ossa come di gomma). Gli esperti l’hanno chiamata droga di Hitler (pare girasse pure all’epoca dell’ariano Terza Reich), nazi-drug, ya baa o ecstasy thai. E nata nel Triangolo d’oro: Birmania, Laos e Thailandia, dov’è piena epidemia. Nel ’96, nel sudest asiatico è stata battezzata “droga dei cavalli”, perché tenuta in un sacchetto con impressa l’immagine di una testa di cavallo e perché chi la prendeva lavorava come una bestia. Sembra sia stata usata anche dai volontari negli anni recenti dello tsunami. Ora è la droga della pazzia. È minuscola, di colore arancio o rosso. Sovente su un lato compaiono le lettere “R” o “WY”. Si compra spendendo dai 4 ai 6 euro. Non crea dipendenza (solo a lungo andare). L’effetto dura circa otto ore.
Nella Capitale pochi sequestri. La maggior parte nell’ultimo anno, come se l’invasione dello stupefacente fosse già iniziata. La prima volta pastiglie di yaba sono state trovate nel gennaio 2012, durante un pattuglione dei carabinieri. I militari hanno arrestato sette persone, un romano e sei stranieri: tre tunisini, uno dell’Ecuador, un altro delle Filippine e poi lui, del Bangladesh. Questa nazionalità sarà una costante non a caso. Un bengalese è saltato fuori nel blitz di due anni dopo: gli è stata trovata addosso altra yaba. A maggio, in zona Prenestino, puntualmente un bengalese aveva 32 pasticche di droga. Lo stesso mese, al Tuscolano, un connazionale ne conservava circa 600. E la scorsa settimana, a San Giovanni, oltre 700 pilloline spacciate da un altro del Bangladesh. Il ragazzo di 26 anni aveva con sé una scatolina di plastica con dentro oltre 700 pillole di Hulk. I poliziotti del commissario Massimo Improta non lo hanno preso quel giorno. In precedenza, di mattina presto lo avevano visto in piazza Re di Roma gironzolare nei pressi della fermata della metropolitana A. E ogni tanto allungare la mano a qualcuno dei ragazzi che si infilava nei sotterranei con lo zaino in spalla per andare a scuola. Diversi avevano anche meno di 18 anni. Ragazzini. Gli investigatori della squadra giudiziaria hanno seguito i suoi spostamenti e si sono accorti che di sera girava in auto attorno a un parcheggio. Voleva farsi vedere dai “clienti”. Ma gli agenti lo hanno fermato prima che cominciasse lo spaccio. In tasca aveva la droga di Hulk. Facile da conservare. Quasi invisibile. Economica e dagli effetti devastanti. La polizia ha capito le possibili conseguenze della droga sulla salute di chi la prende, pensando soprattutto ai giovanissimi. E allora ha predisposto un piano di verifiche nei pronto soccorso e nelle scuole per cui medici e presidi sono invitati a segnalare i casi in cui paziente e studenti abbiano presentato i sintomi delle pillole della pazzia.
Fonte: iltempo.it